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Scuole permanenti autogestite di Capracotta e Triora
Nella casa-scuola-ludoteca delle fate-streghe di Triora ci sono circa ben 50 libri che parlano di fate-streghe e dei loro saperi, storie, costumi, e chiaramente anche libri sulle erbe, le piante e la vita ecologica "moderna". Il desiderio è di far vivere una biblioteca (e anche videoteca e audioteca) come strumenti-mezzi (e anche fini, con la f minuscola, sich!) per incrementare la consapevolezza e la conoscenza di quei saperi legati alla terra, ai corpi, alle relazioni, e a tutti quei saperi che sono e dovrebbero essere alla base per costruire "un altro mondo possibile" e da subito poter vivere la convivialità alla grande, e come scelta.

Anche perchè con i tempi che corrono stiamo andando verso uno sfacelo ambientale, economico ed esistenziale che costringerà molte persone a una forma di convivialità coatta al ribasso, vissuta come emarginazione-fallimento. La convivialità è il "vivere", quello che una volta si chiamava il comunitarismo rurale e che preferisco chiamare il tiaso o il comunitarismo matriarcale, in cui non c'è contrapposizione all'essere singolare e quindi individualità conviviale.

Ebbene il centro delle fate streghe vuol essere anche un "college" e un "campus", per usare termini internazionali, più che universitari, intermulticulturalidisciplinari. Insomma una scuola totale di vita, il top del top!

Per esempio in questi anni molte persone giovani e non, soprattutto donne, ma anche maschi, mi hanno chiesto o hanno riposto il problema di come cambiar vita passando dalla città alla montagna-campagna e dal lavoro alienato in fabbrica o ufficio a quello "naturale"-ecologico.
Per esempio sull'onda del 68, gli hippies si trasferirono in gruppetti in campagna o meglio in montagna dagli inizi della primavera all'autunno per poi svernare al caldo nei mari o luoghi del sud, forma di moderna transumanza eco-animalista. Oppure dopo l'ondata hippies, singole coppie, o a gruppetti, sia per spinta ideale-emozionale, che d'amore si trasferirono in campagna ove cercarono di inventarsi lavori ecologici per sopravvivere (agricoltura, artigianato, mercatini ecc ecc) spesso con molti sacrifici, soprattutto dopo la fase dell'amore vivo.
Ebbene qual è il sentiero apertosi con vivere con cura?
In questi anni di sperimentazioni, riflessioni e discussioni è venuta fuori, sgorgata, proprio come da una sorgente, questa particolare proposta. E cioè, a chi desidera, da subito o nel giro di poche lune (o mesi, a me piace parlare di lune) cambiar vita e andare a vivere in qualsiasi posto, l'invito è di transumare per 3 o meglio 4 anni a Triora e-o a Capracotta nel nostri centri. Il periodo di tre o 4 anni deve essere vissuto come scuola-tirocinio, cioè fin'ora chi fa vita urbana-familiare ha cercato nel tempo libero di fare corsi, leggere, inventarsi attività a spizzichi e bocconi. Ma la vita ecologica è ben altro e quindi occorre un periodo di decantazione-metamorfosi-disintossicazione-rinascita.

Un periodo in cui non ci deve essere l'assillo del lavoro e delle entrate, che poi comunque verranno. Come dicevo in qualche altra lettera, in questi anni abbiamo sperimentato che vivendo per esempio in sette persone, attente, consapevoli e che riconoscano la centralità delle donne, si può vivere, tutto compreso, con 5 se non meno, euro al giorno. voglio precisare che questo calcolo l'ho fatto nell'agosto del 2007 a Capracotta, quando in seguito alla tendinite sono stato costretto a lunghe giornate a letto e quindi molto tempo a leggere, riflettere e ragionare su questi temi con animatrici e animatori venute a Capracotta.

Alla fine mi sono anche messo a fare due conti osservando le entrate e le uscite perchè nel fiume in piena che è la vita conviviale, fatta al 90 per cento di doni, scambi, favori, se non ci si ferma un attimo a fare due conti non si capisce più niente e sembra che tutto vada come una normale famiglia anche se bislacca.
Quando ho fatto questa scoperta dei 5 euri al giorno sono rimasto a bocca aperta....
E mi ha confermato questa proposta che già da una decina di anni ventilo, e cioè che chi desidera, anche da subito, cambiare vita può e dovrebbe fare un patto con la propria madre o parente dell'albero matriarcale o anche il genitore maschio o amiche o amici coscienti.
Un patto esistenziale di mutuo soccorso-sostegno soprattutto tra donne.
Il patto dovrebbe consistere, che una donna (meglio ancora due o tre donne, secondo la Jutta Voss se due o più donne stanno insieme, senza pestarsi i piedi, sprigionano un campo energetico bio-psichico notevole, enorme, meraviglioso: ecco l'importanza di sapersi investire tra donne e i maschi dovrebbero esserne ben contenti e anche l'amore eterosessuale ne guadagnerebbe) che desidera cambiare vita e andare a vivere per tre o 4 anni a Triora o Capracotta dice alla madre (o chi per essa):
"Cara madre, questa scuola e società non mi ha dato i saperi base per vivere alla grande ed è giunta l'ora che per 3-4 anni interrompa le attività che faccio e mi trasferisca in modo transumante nei centri affiliati di Vivere con cura".
Quindi in questi 4 anni imparerò dal vivo, leggendo e facendo corsi laboratori e scrivendo un diario di racconti quotidiani e riflessioni, tutto quello che c'è da sapere, o almeno iniziare a sapere. Per esempio a Triora la Maestra-studentessa è Karin e anche Rainer. Con loro, aiutandoli nel loro vivere quotidiano, con l'aggiunta di libri, video ecc ecc, si impara tanto tanto.
Alla madre si chiede che per quattro anni dia alla figlia 150 euro al mese per pagarsi i 5 euri al giorno. In cambio si propone alla madre tanti servizi: per esempio fornitura di erbe per la cucina, tisane e altro, la possibilità di trascorrere vacanze nelle stesse località ove fargli i massaggi imparati, le camminate, i cibi naturali ecc ecc. E soprattutto, un domani, la possibilità (come hanno fatto nella comunità la Campana in provincia di Ascoli Piceno) essere accolti e accuditi dal gruppo neomatriarcale che è sorto nei tre-quattro anni.

Ho detto di proporlo prima di tutto alla madre, ma chiaramente potrebbe essere alle altre figure esistenziali, che avevo prospettato prima. E ripeto questo periodo di 3-4 anni è necessario per poter realmente rinascere. Secondo me, occorrerebbe soggiornare in modo transumante e gemellante con la città e il luogo in cui si e vissuto fino a quel momento.

Come dovrebbe essere la giornata favolosa-tipo? Chiaramente do i miei suggerimenti, con alcuni punti fermi maturati in Vivere con cura in questi 21 anni.

Facciamo l'esempio di Triora: suggerirei di alzarsi prima dell'alba tutti i giorni, o almeno una volta la settimana, per assistere al sorgere della terra. Secondo me questo è il primo rito, la "SSMessa" delle-i abitanti del Tiaso. Secondo Maria Zambrano, la filosofa, gli umani dovrebbero avere verso la vita un atteggiamento-comportamento, soprattutto verso se stesse-i, aurorale, cioè saper rinascere ogni giorno, accettare i cambiamenti interiori ed esteriori.
E cosa c'è di più bello e grande se non osservare, guardare, farsi baciare dall'alba? E di conseguenza, giorno dopo giorno imparare sempre più a rinascere....Bisognerebbe chiamarla: madre alba, maestra aurora. Per non parlare dei colori, cromoterapia al top! Ricordo che 3 anni fa, verso la fine di luglio a Triora, andai con le sorelle Cugge a raccogliere la lavanda nei loro campi. Si partiva un'ora prima dell'alba e si iniziava ancora con un semibuio. Già, è meravigliosa la prealba, l'aria frizzante del campo di lavanda a 1200 mt e il profumo della lavanda che tagliavo con un falcetto. Poi zitt zitt (così si dice a Capracotta) sorge la terra, gli uccelli per pochi secondi ammutoliscono per poi, eccitati come le code delle cagne che salutano l'amica umana, volteggiano e cantano nell'aria.
Il miracolo dell'alba... Quanto mi mancano le albe e i tramonti di Triora e Capracotta!!! Qui, raramente c'è un tramonto appena tale. E poi sul campo di lavanda è il top. Ecco, lì bisognerebbe fare come gli uccelli: cantare, danzare, coccolarsi (secondo le streghe, il loro suggerimento, era di amoreggiare, etero o omo o altro, quasi esclusivamente all'aperto, grande, mi ci riconosco), fare yoga....

Quindi, come dicevamo, possibilmente tutte le mattine, individuati i posti giusti, andare ad accogliere l'alba, portandosi una pezza di cotone e del detergente naturale per andare vicino a una sorgente, fare le abluzioni e le pulizie mattutine. Anche questo lo scrivo per esperienza personale.
Tornati al centro, fare colazione e la pulizia della camera, prepararsi per la giornata. Al mattino, bisognerebbe diventare, come dicevo, studenti di karin: lei è una bravissima raccoglitrice di erbe e frutti e con Rainer, Mamma di un orto, meraviglioso. Mamma cioè che si prende cura dell'orto, come d'altronde si prende cura del bosco o dei campi in cui raccoglie i doni di madre natura.

Quindi studente/i raccoglitrici-orticultrici. Con la pratica di portare un libro, il primo che suggerirei è: Filosofia donna di Chiara Zamboni, e Demetra. Un libro, chiaro, profondo, essenziale, stupendo. E anche un libro sulle erbe. Leggerne almeno 2 ore al mattino. E quindi trascorrere dalle tre alle cinque ore nei boschi-campi o orto. Intercalare letture, canti e racconti. Poi si passa al preparare il cibo, sempre o con Karin o su suoi suggerimenti. Il top è mangiare all'aperto. Al pomeriggio, siesta per chi lo desidera e attività ancora manuali. Nelle società matriarcali le altre attività sacre erano: ceramica, cucito, panificazione e poi tante altre attività manuali, per esempio falegnameria, saponificazione, fare conserve, sciroppi... Quindi dalle 3 alle 5 ore di queste attività con due ore di letture, come prima, intercalate da canti e racconti. Al mattino è bene fare esercizi, al tramonto massaggi, sempre possibilmente all'aperto.

Tendenzialmente bisognerebbe andare a dormire abbastanza presto, dopo il tramonto, con le sane eccezioni delle 4 fasi di luna (occasioni d'oro per organizzare feste e piccoli riti e stendere il bucato ai raggi di luna piena). E durante queste quattro fasi di luna, le donne dovrebbero dormire insieme, per riattivare la pratica dell'incubatio: cioè che se le donne dormono insieme, possibilmente all'aperto o in casa ecologica con almeno uno spiraglio di finestra aperta, possono riattivare i sogni premonitori o comunque sogni meravigliosi, senza bisogno di tanti film ecc ecc.

Il sabato e la domenica si possono organizzare i corsi laboratorio con Karin e le sue amiche, in modo da attivarla come scuola conviviale, intrecciando scambi e gemellaggi.

Ecco, dopo 3 o 4 anni (ognuna e in gruppo), si sapranno fare tante cose, fatte a mano da ormai fate, che in qualsiasi posto, campagna, montagna o città, potrebbero vivere giocando sia i saperi acquisiti, sia il senso del sapersi proporre per far società e creare ricchezza.

Voglio fare qualche esempio: a Pescara c'è un'amica carissima, Marialuisa, che tre o quattro anni fa venne a Capracotta a partecipare al convivio erboristico sulle erbe. Lei ha un lavoro ben retribuito alla regione, fa già tante pratiche ecologiche-conviviali (ogni settimana fa il pane, poi marmellate, pasta in casa....insomma è una donna tuttofare e vive con due gatte meravigliose). Ebbene da quando la conosco, ogni qualvolta la incontro si lamenta che non vuol più fare l'impiegata e la vita stressante della città e si trascina questa lamentela e questo logorio. Già dalla prima volta le balenai (altro termine meraviglioso che mi fa apparire le balene davanti agli occhi) la proposta di, nel giro di alcune lune, andare a vivere a Capracotta, con quelle modalità. Ma alla fine non l'ha fatto, e pian piano si spegne e logora.....

Invece Luisella e Fabio, due amiche-i anarchico-creativi (sfornamo decine di aricoli e libretti pazzeschi), 5-6 anni fa si trasferirono in campagna in provincia di macerata. Ma scontenti dei loro giri, andarono a vivere da sole-i ristrutturando la casa, quindi restando senza una lira. Poi lei ha subito un incidente e si son trovati in difficoltà anche economiche. Ma soprattutto sono ricadute nel tran tran della coppia, anche se alternativa....

L'ultima cosa che vorrei dire è che oltre ai tanti saperi, occorre diventare amabili per vivere in condivisione-convivialità. In questi anni sono venute tante animatrici-tori. Alcune bravissime, dei mostri sacri, ma dal carattere micidiale; alla fine non è piacevole viverci quotidianamente e quindi è fondamentale interrogarsi sull'arte del relazionarsi, soprattutto in gruppetti. Sobrietà, discrezione, ascolto, gentilezza, toni armoniosi....Quello che mi ha trasmesso mia nonna, Mammaletta con la sua arte di Ammacunà. Senza dimenticare l'educazione sessuale.


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